venerdì 24 giugno 2011

L’ULTIMO PALCOSCENICO

 Silenzio ragazzi si va in "scena"

   Milano, Centro Vidas, sabato 28 maggio 2011.La grande porta scorrevole di vetro si apre automatica per lasciar passare i discreti visitatori in lacrime. Nel meriggio della calda giornata di fine Maggio, la palazzina che accoglie in Via Ojetti 66 a Milano il Centro Vidas è ridente, ma, disteso in un letto dalle candide lenzuola della stanza Narciso del 1° piano, c’è marcointhebox75 che sta morendo, volando via per l’ultimo viaggio.
Attorno a Lui sono la madre e la compagna dagli occhi scavati dal dolore e svuotati di lacrime e gli amici, tanti, i suoi amici cari, che si alternano nell’ultima compagnia, nell'ultimo viaggio.
Soffuse le note si liberano da un computer portatile acceso sul comodino.
E’ Alessandro adesso a inumidirgli le labbra con un batuffolo di ovatta, e a instillargli gocce di rugiada sulle labbra arse dalla febbre che a tratti pervade e brucia il suo magro corpo.
Così  è volato via discretamente, leggermente su ali di colomba, come è stata sempre la sua vita, quasi chiedendo scusa se qualche volta ha approfittato e imposto la sua presenza…ai ricercati spettatori e a un pubblico che lo applaudivano sempre.
L’ultima “recita” è stata la sua vita nell’ultima rappresentazione teatrale vera, senza copione, senza maschera e senza prove che si è svolta su un palcoscenico improvvisato.
“Oggi si recita a soggetto” dove l’unico il più bravo, il più bello il solo attore è Lui marcointhebox75. Gli spettatori (o erano soltanto comparse in uno spazio che non esiste e in un tempo che non c’è?) lo hanno accompagnato momento per momento, fino all’ultimo istante di questo atto unico e irripetibile nel teatro della vita…per poi perdersi nuovamente nei mille rivoli di una quotidianità che  non è più quella di prima, che oggi è più vuota senza Lui.
E poi stop, alle 3 del mattino nell'alba dorata di lunedi 30 Maggio 2011 Marco è voluto andar via abbandonando la sua immagine per entrare nell'assoluto puro mondo delle idee.  Questa volta non si trattava più di una finzione scenica
                                            *****
Avellino, Duomo, venerdi 3 giugno 2011. Il Duomo di Avellino è gremito di gente, giovani, meno giovani, anziani, vecchi, bimbi, per tutti è un privilegio essere accanto alle umane spoglie, racchiuse in una cassa, di un attore molto molto speciale.
Giovani ragazze attonite che si abbracciano strette piangendo, gente di teatro smarrita che si chiede perché, il malore pervade un’anziana signora che, distesa su una panchina cerca aiuto, gente che si dà coraggio con gli occhi gonfi di lacrime e rimane sbalordita di fronte al mistero della morte che poi è anche quello della vita.

Così la vita se ne va via portando con sé le attese e le speranze.
Una pioggia torrenziale, il pianto del cielo, investe tutti alla fine della cerimonia funebre che un anziano prete grottesco, poco accorto e poco consapevole ha sciupato via, quasi  a voler ricordare (come è vero!) che è la natura la vera regista, e la Natura non è né cattiva né buona e perché è nel mistero insondabile di ogni individualità, unica e irripetibile, che deve essere cercata ogni spiegazione se deve essercene  per forza una. Nessuno può farlo per un altro.
***
Uscir di scena. Cimitero di Avellino. I tuoni e i lampi si succedono incalzanti quasi a voler rappresentare in modo sublime la scenografia conclusiva di questo atto unico espletato nel cimitero di Avellino che oggi accoglie in un ultimo e piovoso abbraccio il caro e indimenticabile Marco.
Che peccato Marco che sei andato via, eri davvero una persona molto speciale.